Alla base di questo percorso formativo laboratoriale c’è la cosiddetta educazione alla sostenibilità: l’educazione ambientale, infatti, rappresenta uno schema di innovazione metodologico-didattico applicato da molte scuole per arricchire la propria offerta formativa. Tale necessità nasce anche dalle numerose istanze sociali e dalle azioni di sensibilizzazione e sostegno che provengono dal Ministero dell’Ambiente ai Comuni. L’assunzione nel contesto didattico del “paradigma ambiente” sollecita al ripensamento del curricolo, al rinnovamento della didattica in senso laboratoriale, allo sviluppo di competenze di cittadinanza: la scuola entra a tutti gli effetti nel “sistema città”.
La scuola diventa luogo di sperimentazione di un approccio alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, stimolando esperienze partecipative in cui gli studenti diventano promotori e responsabili di azioni di rinnovamento, indagine, miglioramento degli spazi scolastici e dei rapporti sociali. Non si parla più, quindi, di educazione ambientale ma di educazione alla sostenibilità come assunzione di un nuovo paradigma che stimola una trasformazione culturale: un sistema complesso e incerto che propone un approccio preventivo e non difensivo che coinvolge fortemente i valori della cittadinanza e della responsabilità.
Il laboratorio si presenta come innovativo perché utilizza, tra gli altri, un format che piace moltissimo agli studenti, che è quello dell’hackathon: una sfida guidata tra studenti su un tema specifico da sviluppare grazie alla presenza di un tutor, di un mentor e di un facilitatore, con tecniche di coinvolgimento in grado di fornire competenze, aiutare gli studenti all’elaborazione di un’idea progettuale intorno a una problematica che gli stessi avvertono su un settore specifico della vita quotidiana.
Totale 24 ore
6 giornate da 4 ore
Studenti delle scuole
Secondarie di I e II grado
realizzato da
in collaborazione con